Il disastro nucleare di Černobyl del 26 aprile 1986 e le polveri radioattive portate dal vento e cadute abbondantemente in tutto il nord Italia contaminando auto e verdure, animali e case, ed alzando paurosamente negli anni successivi la mortalità per cancro dei cittadini, dimostrò non solo che le centrali nucleari non erano sicure, ma che le distanze non esistevano col nucleare.
Il Referendum del 8-9 novembre 1987 sancì la fine del nucleare in Italia, (come in Svezia e Austria) ma aldilà dei progetti e delle promesse, mai una seria progettazione alternativa è stata fatta, e da allora l'Italia spende montagne di soldi per comprare anche energia nucleare dalla Francia.
Tra le tante spese gonfiate, non produciamo l'energia che consumiamo e la paghiamo ad altri che la producono per noi.
Di fronte all'urgenza energetica, sempre più pressante diviene la proposta di rivedere la questione delle Centrali Nucleari.
Politici noti e Tecnici esperti ci assicurano che ora problemi non ve ne sono più, che tutto è sotto controllo nelle Centrali Nucleari Moderne.
Purtroppo la gestione dei rifiuti napoletani ci insegna che non esiste proprio una gestione politico-tecnica sicura; amministratori ed aziende hanno mentito e truffato alle spalle dei cittadini, arricchendosi sulla loro pelle.
Sappiamo anzi come in alcune delle migliaia di discariche abusive campane siano stati trovati resti delle scorie radioattive provenienti da centrali nucleari non meglio identificate.
Le centrali a fusione nucleare produrrebbero, come principale tipo di scoria, elio 4 che è un gas inerte e assolutamente non radioattivo, inoltre non userebbero sistemi a combustione e quindi non inquinerebbero l'atmosfera (di fatto non avrebbero emissioni di pericolosità rilevante). In più dovrebbero essere in grado di ottenere grandi quantità di energia, superiori rispetto a quelle delle centrali a fissione odierne.
Ma che ne dite, affidiamo ad un Bassolino e ad una Impregil di turno la gestione e la costruzione della nostra prossima Centrale Nucleare?
Forse possiamo sentirci sicuri nell'affidare a qualcuno dei nostri allegri politici ed affidabili quanto oneste aziende un progetto simile?
Le scorie radioattive prodotte ed il loro smaltimento sembra rimangano il vero problema, visto che i cittadini campani si stanno incazzando sempre più ed inspiegabilmente non le accettano più nelle loro discariche abusive.
Alla Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari SpA) - impresa pubblica, è stato affidato il decomissioning delle scorie radioattive che con la Areva (un gigante francese delle tecnologie nucleari) hanno ricevuto 250 milioni di Euro, - per il trattamento in Francia di 235 tonn. di materiale nucleare tutt'ora giacente, dopo 20 anni, nelle nostre ex centrali di Caorso (190 tonnellate di materiale), Trino (32 tonnellate) e Garigliano (13 tonnellate).
Dobbiamo insomma ancora "smaltire" 58.000 m³ di scorie radioattive; (la radiotossicità del combustibile esausto decresce nel tempo e pareggia quella dell’uranio inizialmente caricato nel reattore solo dopo 250.000 anni).
Carlo Rubbia, uno dei nostri massimi scienziati e premio Nobel per la fisica, ha proposto un metodo per lo smaltimento delle scorie radioattive rendendole inerti.
Lo ha proposto a diversi Governi italiani, i quali ovviamente non lo hanno ascoltato, rifiutando la proposta.
Forse non aveva abbastanza raccomandazioni.
Ora sembra che Rubbia sia emigrato, e stia sviluppando la cosa con il Governo spagnolo.
domenica 2 marzo 2008
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