Finalmente anche in Italia arriva il via libera alla pillola abortiva Ru 486.
Approvata dal Consiglio d'amministrazione dell'Aifa l'immissione in commercio del farmaco anche in Italia, dopo che la pillola era già commercializzata dagli anni 80 in quasi tutti i Paesi Europei.
Questo significa che per oltre 20 anni le donne che intendevano abortire in Italia erano costrette a sottoporsi ad un doloroso intervento chirurgico, costoso per la collettività, nonostante fosse disponibile nel resto d'Europa una pillola in grado di evitare l'intervento chirurgico.
La votazione ha visto quattro consiglieri a favore contro uno contrario; Romano Colozzi, assessore alle Risorse e Finanze della Regione Lombardia.
La Ru486 potrà quindi essere utilizzata anche in Italia in alternativa all'intervento chirurgico e solo in ambito ospedaliero, così come previsto dalla legge 194 per le interruzioni volontarie di gravidanza.
Durissima ed immediata la reazione della Chiesa.
Il Vaticano ha immediatamente urlato al "veleno letale" e al "delitto" che comporta "la scomunica" della chiesa per chi usa il "pesticida umano", lo prescrive o partecipa a qualsiasi titolo "all'iter".
Ha poi minacciato "non possiamo restare passivi" annunciando "reazioni" a breve.
Secondo i Vescovi se la donna decide di peccare che lo faccia almeno con dolore e martirio delle proprie carni.
Un pillola che la libera da questo dolore è quindi per loro inaccettabile.
L'aborto è un dramma diffuso da sempre che solo le recenti normative (legge 194) hanno efficacemente combattuto arrivando a ridurne il ricorso di oltre la metà.
Ma come sappiamo è la chiesa a battersi non solo contro l'educazione sessuale ed i consultori, ma anche contro qualsiasi forma di controllo delle nascite che non sia l'astinenza, arrivando persino (proprio in Africa) a dichiarare clamorosamente il profilattico dannoso per la lotta all'AIDS.
venerdì 31 luglio 2009
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